Oggi mi permetto una piccola divagazione quasi filosofica. Ci ho pensato durante una breve vacanza settembrina e voglio condividere la mia meditazione.
Ho calcolato che, più o meno, sono venticinque anni che fotografo e molti di più che ho una sana passione per questo straordinario mezzo espressivo.
Ho anche avuto la fortuna, in passato, di viaggiare molto e molto lontano e con questo l'opportunità di raccogliere immagini incredibili di luoghi e di genti con la mia "vecchia" e analogica Nikon FM2.
Il reportage di viaggio è sempre stato il tema fotografico per me più emozionante. Quando il digitale semplicemente non esisteva e si doveva avere la pazienza, e insieme l'ansia, di aspettare il ritorno a casa e lo sviluppo delle diapositive, il rapporto con lo scatto era completamente diverso, oserei dire
quasi sacro. Le foto catturavano la magia dei paesaggi e lo sguardo delle persone con
un'intensità e una profondità ormai perdute.
L'avvento del digitale, con la sua velocità, duttilità, possibilità di commettere errori senza per questo compromettere il risultato finale (basta scattare un'altra volta!), ha reso tutto più facile, ma sicuramente meno affascinante. Sono innumerevoli i vantaggi della fotografia digitale, ma un po' di nostalgia per il sistema tradizionale, con la sua ineguagliabile resa, credo che sia comprensibile, almeno di tanto in tanto.
Quello che resta immutato nel tempo è l'immenso piacere di fotografare. Arriviamo ai microstock.
Ci sono una serie di regole che occorre tenere bene a mente per fare foto che vadano bene per la vendita sui microstock: immagini pulite e non tagliate, colori brillanti, niente persone riconoscibili, niente marchi o logotipi e così via. Dopo un po' che pratichi questo tipo di fotografia, inizi a vedere ogni cosa con quello che io definirei
"l'occhio da microstock". Non c'è niente di male in questo ed è molto utile per ottimizzare gli scatti e evitare un grosso lavoro di selezione e di post-produzione. Molto meglio avere immagini già "scelte" ancora prima di scattarle.
L'occhio da microstock però ha un risvolto negativo, che è quello su cui cade la mia attenzione: con l'andare del tempo il rischio è di perdere l'aspetto poetico della fotografia e con esso la possibilità di scattare quella che mi piace definire
"la Foto".Bisogna riuscire a mantenere l'entusiasmo, la curiosità e la capacità di vedere. Bisogna riuscire a cogliere e raccogliere le immagini come fossero frammenti preziosi e unici. Bisogna liberarsi dall'impostazione rigida delle regole delle vendite e lasciare andare l'istinto. Forse non otterremo un elenco di immagini perfette, ma di sicuro in alcune di esse potremo trovare ancora, con grande stupore,
magici spiragli di poesia.